Arco Olimpico In questa divisione si possono utilizzare archi tradizionali scomposti in tre pezzi (TD o take-down): un corpo centrale (riser), solitamente in lega d’alluminio e magnesio o carbonio, due flettenti fissati al riser per mezzo di slitte o viti ed uniti tra di loro da una corda. Vi si possono aggiungere numerosi accessori: mirino, sistema di stabilizzazione dotato solitamente di tre aste (una centrale più lunga e due laterali – dette “baffi” – montate a circa 45° rispetto all’arco ed indirizzati all’indietro), un rest, il supporto che sostiene fisicamente la freccia prima di essere scoccata, un clicker, la lamina metallica che ha la funzione principale di segnalare all’arciere scattando che l’arco è stato aperto nella misura da lui scelta ottenendo quindi per ogni tiro sempre la medesima potenza e il medesimo allungo (funge anche da supporto affinché la freccia non esca accidentalmente dal rest), un bottone elastico (button) inserito lateralmente al rest, per ammortizzare l’uscita della freccia e correggere il paradosso dell’arciere.
Arco Nudo In questa divisione si devono utilizzare solo archi sprovvisti di mirino e di stabilizzazione supplementare. Sono consentiti esclusivamente un poggia freccia (rest), un bottone elastico (button) ed un sistema di pesi posizionati sul riser che stabilizzi l’azione al momento del rilascio. L’insieme flettenti e riser (impugnatura) deve – da regolamento – passare all’interno di un anello di 12 cm di diametro. Solitamente i materiali che compongono l’arco nudo sono gli stessi degli archi olimpici, ma in genere vengono utilizzati riser progettati appositamente per la disciplina che risultano appesantiti nella parte inferiore, in maniera tale da contrastare il momento della forza che tende a far “scalciare” l’arco verso l’alto al rilascio. A differenza delle altre due specialità (Arco Olimpico e Arco Compound), che consentono l’uso di un mirino, in questa, per poter essere precisi alle varie distanze, l’arciere può utilizzare due tecniche: a) il cd. “string-walking” (camminare sulla corda) in cui il punto di ancoraggio sul viso è fisso mentre la mano che brandisce la corda si sposta rispetto al punto di incocco della freccia; b) il cd. “face-walking”(camminare sul viso) in cui la mano che brandisce la corda mantiene la medesima posizione sulla stessa ma si sposta il punto di ancoraggio sul viso. Entrambe queste tecniche permettono anche di inclinare il tiro senza precludere la precisione.
Arco Compound In questa divisione si utilizzano appunto archi “compound” (composti), muniti di particolari sistemi di demoltiplicazione della potenza a mezzo di carrucole eccentriche che permettono di ottenere la potenza massima a circa metà della fase di apertura dell’arco per poi essere scaricata di circa il 60-75% (let-off) ottenendo così uno sforzo fisico minore, una maggiore velocità di uscita della freccia e una maggiore precisione del tiro. E’ consentito l’uso di mirini ottici potenziati con lenti addizionali (diottre), punti di mira a fibra ottica e soprattutto di sganci meccanici (a pressione, ad incremento, a rotazione, a polso etc.) per rilasciare la corda. In questo modo si elimina quasi interamente l’interferenza di un rilascio manuale dato che lo sgancio è attaccato ad un’asola della corda (loop) per il tramite di un sottile dentino/uncino metallico. Recentemente è stato dimostrato che un arco compound utilizzato da un congegno meccanico detto shooting machine, che simula l’arciere in condizioni ideali e senza intereferenze, è capace di scagliare una freccia con identico risultato di una precedente.
Arco Istintivo L’arco istintivo viene usato spoglio di tutto, persino del rest. La freccia viene appoggiata su un tappetino incollato sulla base della finestra o anche direttamente sul legno. La corda si trattiene con l’indice sopra la cocca e il medio e l’anulare sotto. Si traziona con l’arco e la testa leggermente inclinati e con tutti e due gli occhi aperti. Si aggancia con il dito indice all’angolo della bocca e si sgancia dopo pochi istanti di intensa concentrazione sul bersaglio. La parte più affascinante del tiro istintivo è la “tecnica di mira” dove l’inclinazione dell’arco e l’aggancio basso allontanano qualsiasi riferimento dal bersaglio lasciando all’arciere solo un buon campo visivo. E’ impensabile competere con questi archi in gare FITA dove si tira fino a 90 metri. Non si può più parlare di tiro istintivo oltre i 40 metri, dove la parabola della freccia diventa tale da non poter più essere subconsciamente concepita e corretta. L’arco istintivo è utilizzato nei tiri a bersagli in movimento (piattelli, sagome scorrevoli o palloni rotolanti) o in situazioni in cui si tira in pochissimo tempo e senza possibilità di valutare esattamente la distanza del bersaglio. Gare con situazioni di questo tipo vengono organizzate dalla Fiarc (Federazione Italiana Arcieri Tiro di Campagna).
Longbow Il Longbow (arco lungo) nella sua accezione “storica“ è l’arco tradizionale per eccellenza. Originariamente esso era di costruzione dritta, lungo circa 2 metri, ricavato da una sola doga di legno di tasso,di significativo libbraggio (dalle 60 libbre in su) per uso bellico e caccia. Oggi il LB può essere costruito di solo legno o con sandwich di legni (acacia, bamboo, osage orange, tasso, i più usati) e gareggiare in FIARC nella divisione STORICO oppure facendo uso di laminati e carbonio gareggiando sempre in FIARC nella divisione Longbow. La sua forma può essere dritta oppure con una leggera controcurvatura dei flettenti da qui la terminologia REFLEX – DEFLEX (riflesso-deflesso). Venendo al tiro, l’impugnatura sul Longbow a differenza del ricurvo deve essere consistente, non stringendo alla morte la stessa ma ferma e salda. Essendoci meno massa nel riser rispetto ad un ricurvo ed essendo l’arco quindi più leggero, le vibrazioni possono costituire “un fastidio” da qui il consiglio o quanto meno l’accortezza di usare legni pesanti (quali ebano e palissandro) e frecce “pesanti” che il regolamento FIARC impone di solo legno con cocca in plastica per chi volesse gareggiare nella divisione LONGBOW e cocca in legno/osso o ricavata direttamente sull’asta per chi gareggia nella divisione STORICO.
Arco Storico L’arco storico è costruito in un unico pezzo di legno per lo più ricavato dal tasso, alto fino a 180 cm. Inizialmente era dotato di una potenza impossibile da usare ai nostri giorni, 120/150 libbre, pari allo sforzo necessario per spingere un peso complessivo dai 50 ai 70 kg. Con l’arco storico era possibile scagliare frecce oltre i 300 metri. Arma veramente terribile in campo di battaglia quando si scagliavano contro le fanterie nemiche bordate che partivano dagli archi di oltre mille arcieri. Oggi l’arco storico è utilizzato, oltre che per attività sportiva personale, in manifestazioni di arceria medievale, molto sviluppata in tutta Italia. E’ fabbricato sempre con un unico pezzo di legno sempre in tasso ma anche in altre essenze e la corda fatta intrecciando fili di nailon o dacron con una impugnatura al centro senza nessun altro accessorio, richiamandosi allo strumento che ci è stato tramandato dalla storia.